Revenge Lab: come nasce l’evoluzione dei tubolari Calf, Arm e delle calze tecniche

Perché Revenge Lab 

Il lavoro di ricerca dei dati oggettivi intrapreso al  fine di dare una validità “scientifica” alle conseguenze nell’utilizzo di 3 prodotti attualmente già in commercializzazione, merita una premessa importante.

I tubolari Calf e Arm sono stati  concepiti principalmente come supporto ed aiuto in campo sportivo/performance. Entrambe i prodotti si strutturano intorno al concept della compressione progressiva ma soprattutto all’inserimento degli inserti in silicone finalizzati a richiamare l ‘utilizzo del neurotape*

*Il Neurotape si fonda su alcuni principi chiave che mirano a intervenire sul sistema neuromuscolare e favorire il naturale processo di autoregolazione e guarigione del corpo. In particolare, si basa su:

  • Stimolazione dei recettori cutanei: Il nastro, applicato sulla pelle, agisce stimolando i recettori sensoriali. Questa stimolazione invia segnali al sistema nervoso centrale, contribuendo a modulare la percezione del dolore e a influenzare la risposta muscolare.
  • Miglioramento della propriocezione: l’applicazione del nastro aumenta la consapevolezza del corpo nello spazio. Questa maggiore sensibilità propriocezionale aiuta a migliorare il controllo motorio e a correggere eventuali disallineamenti o compensi posturali.
  • Supporto biomeccanico: il neurotape offre un sostegno esterno alle strutture muscolari e fasciali. Agendo come una sorta di “sostegno dinamico”, aiuta a stabilizzare le articolazioni e a distribuire in maniera più equilibrata i carichi, riducendo lo stress sulle aree critiche.
  • Neuromodulazione e neuroplasticità: grazie alla stimolazione sensoriale continua, il nastro può favorire un processo di neuromodulazione che, a sua volta, contribuisce alla neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di riorganizzare e rafforzare le connessioni neuronali. Questo aiuta a ripristinare una funzionalità muscolare più equilibrata e a ridurre la sensazione dolorosa.

Questi principi, integrati in un approccio terapeutico, rendono il Neurotape uno strumento utile in ambito riabilitativo, nel trattamento del dolore e nel miglioramento della performance motoria.

Già questo concept denota un’intuizione dell’azienda molto attenta , ma proprio da questa ricerca si è aperta la volontà di allargare le categorie usufruibili di questi dispositivi non pensando di contro solo allo sportivo, ma al soggetto adulto che utilizza le braccia nelle azioni di carico-scarico (arm), alla persona anziana in deficit di equilibrio o gambe pesanti  (calf) ecc.e cc.

Questa volontà però non poteva fermarsi al semplice aggiungere categorie e promesse miracolose,  l’azienda ha investito risorse in consulenze tecniche ed in un vero e proprio laboratorio di biomeccanica applicata (RevengeLab).

A quel punto è stata lanciata la sfida e fatica intellettiva per ottenere risposte concrete.

Anzitutto cosa abbiamo voluto dimostrare ? Che con il calf o l’arm corro più veloce? Divento più forte? Recupero prima o mi passa il mal di schiena? 

Da clinico osteopata, chinesiologo e fisioterapista da 40 anni sono stato convinto nel tempo che i miracoli li fanno in pochi ma le bugie le raccontano in tanti. Detto ciò, allargando lo spettro delle possibili utenze e delle diverse necessità, dovevamo valutare diverse qualità fisiologiche. Paradossalmente è stata la scelta più difficile consapevoli che i lavori di ricerca clinica scientifica sono altra cosa (ed altri costi), rispetto al nostro Lab, seppur attrezzato con tecnologie digitali A.I.

La calza già punto di forza dell’azienda è stata inquadrata non solo come conferma delle sue caratteristiche pratiche (antiscivolo, qualità antibatteriche ecc.), ma come inizio di una nuova era in cui sia la forma che gli inserti si adattano alle 3 categorie principali dell’utilizzo nel fitness (Yoga/Pilates e Funzionale).

I primi prototipi stanno già cambiando lo scenario di un’azienda che investendo in Lab e suoi consulenti vuole dimostrare concretamente la costante volontà nel cambiamento e nell’innovazione anche tecnologica.

Forza, tempo di reazione, equilibrio, stabilità, propriocezione, coordinazione, queste sono state le qualità che dovevamo (e che abbiamo) valutato con dati e numeri.

La scheda anamnestica iniziale molto semplice e sintetica  richiedeva per ognuno dei nostri tester poche ma utili informazioni generali. 

Sono stati previsti 2 test senza il dispositivo a cui segue dopo 30’ la ripetizione del test con dispositivo

ARM – TUBOLARE BRACCIO

  1. Test di forza isometrica. E’ stato  utilizzato  Ergometer ovvero un computer a controllo isometrico della forza applicata. Il test prevede con braccio a flesso a 90°, di eseguire un esercizio di intrarotazione per 10” rilevando la forza massima applicata.
  2. Test di forza massima avambraccio. Utilizzato un hand grip digitale che registra la massima forza dell’avambraccio e del polso

Lo studio di ricerca è stato cosi impostato :

Il tester eseguiva i 2  test e ne riportavamo i dati. Dopo circa 30’ venivano ripetuti utilizzando il dispositivo ( calza, arm o calf). Passato un periodo di circa 4 settimane il tester ne ripeteva la procedura.

All’analisi generale le considerazione sono state:

CALZA TECNICA ANTISCIVOLO 

  1. INDICE DI STABILITA’ : sulla pedana stabilometrica (Tecnobody Prokin 254S) si esegue un test che prevede di raggiungere 8 punti estremi cercando la massima escursione ma mantenendo la stabilità del corpo. Si confrontano le percentuali di raggiungimento degli obiettivi
  2. PROPRIOCETTIVA COMPARATA: (Tecnobody Prokin 254D) in equilibrio su un piede si devono eseguire 3 circonduzioni all’interno di un perimetro, sia dx che sx e si registra l’ ATE, cioè l’indice di errore durante l’esecuzione del test.
  1. Dalla prima batteria di test alla sua ripetizione dopo 30’ con calza  si sono riscontrate variabili interessanti; nel circa 40% dei soggetti, i risultati seppur di poco sono stati di un miglioramento del 9.8% in tema di escursione nelle direzioni a stella che richiedeva il test.Questo elemento già conosciuto è servito per dare indicazioni all’utente di utilizzare il dispositivo con modalità di libera durante l’attività sportiva in palestra
  2. La ripetizione dei test e la conseguente comparazione ha dato risultati inaspettati. Il lato che personalmente ritengo più importante è stato il rapporto di equilibrio nelle due sue rappresentazioni. Spiegando meglio cosa intendo, nei primi test spesso i valori di comparazione tra il piede dx e quello sx indipendentemente dal test risultavano molto diversi. Tale gap nella ripetizione ha invece sorprendentemente dimostrato che i gap erano nella stragrande maggioranza dei casi nettamente migliorati, paradossalmente in alcuni casi non è stato rilevato miglioramento di ROM articolare ma i due arti erano in equilibrio di risultato.
  3. Ne consegue che l’elemento secondario (ma solo in elenco) è stato il parametro legato all’equilibrio. Sono diminuiti nella maggior parte dei casi gli ATE (indice di errore). Questo significa che se esiste un maggior equilibrio, esiste una maggior capacità di utilizzare le fibre muscolari e gli apparati sensomotori al meglio sia per la performance sportiva ma anche per la persona con un equilibrio precario e rischio di caduta.
  4. Dal piede partono le principali catene cinetiche, con la Prokin statica stabilometrica  i risultati hanno dimostrato una buona percentuale di soggetti che hanno aumentato le percentuali di spostamento. Ne deriva una maggior capacità di controllo posturale – gli altri direbbero che passa il mal di schiena – noi non lo diciamo, ma affermiamo che se il controllo posturale (grazie alla maggior stabilità del piede), limita gli adattamenti posturali che sono poi la causa delle patologie vertebrali (dopo 40 anni di lavoro intorno ad un lettino posso confermarlo).

Il test propriocettivo comparato misurava la precisione del compiere tre circumduzioni con la caviglia e comparare i dati. Nella dinamica la calza ha dimostrato un discreto miglioramento generale dell’esecuzione della prova.

La propriocezione del piede è la capacità di percepire la posizione, il movimento e l’orientamento del piede nello spazio, grazie a una rete di recettori sensoriali presenti nei muscoli, nei tendini, nelle articolazioni e nella pelle. Questi recettori inviano informazioni al sistema nervoso centrale, che le integra per regolare l’equilibrio, la postura e la coordinazione durante il cammino e altre attività motorie. Una buona propriocezione è fondamentale per prevenire infortuni e migliorare la performance sportiva, ed è spesso allenata attraverso esercizi di equilibrio e di stimolazione sensoriale.

La stabilometria è una tecnica utilizzata per valutare l’equilibrio e la stabilità del corpo umano. Viene eseguita tramite l’uso di dispositivi chiamati piattaforme stabilometriche che misurano i movimenti posturali del corpo e forniscono dati sulla capacità di mantenere l’equilibrio.

La stabilometria viene comunemente impiegata in ambito medico, fisioterapico e sportivo per diagnosticare e monitorare disturbi dell’equilibrio e della postura, come quelli legati a patologie neurologiche, vestibolari o muscoloscheletriche. Viene anche utilizzata per valutare la condizione fisica e le performance in sport come la ginnastica, la danza e il calcio.

 

Come funziona la stabilometria?

La piattaforma stabilometrica è dotata di sensori che misurano i piccoli spostamenti del centro di pressione (COP, Center of Pressure) del corpo. Quando una persona si trova in piedi sulla piattaforma, il corpo compensa i movimenti e le variazioni nel suo equilibrio per rimanere stabile. I sensori rilevano i cambiamenti nel punto di applicazione della forza sotto i piedi e forniscono una mappa dei movimenti posturali.

I parametri misurati dalla stabilometria includono:

  • Oscillazione del COP: i piccoli spostamenti del centro di pressione, che possono indicare l’affidabilità dell’equilibrio.
  • Area di oscillazione: la superficie totale su cui il COP si sposta durante il test.
  • Velocità dell’oscillazione: la velocità con cui il corpo si sposta durante la prova.
  • Postura statica e dinamica: si può analizzare l’equilibrio in condizioni statiche (stando fermi) e dinamiche (con movimento o durante attività).

Cosa si può valutare con la stabilometria?

  1. Problemi posturali: Identifica disfunzioni muscolari o di coordinazione che possono influire sull’equilibrio.
  2. Disturbi vestibolari: la stabilometria è utile per rilevare problemi legati al sistema vestibolare (l’organo dell’equilibrio nell’orecchio interno).
  3. Patologie neurologiche: disturbi neurologici che influenzano il controllo motorio e l’equilibrio, come malattia di Parkinson, sclerosi multipla o lesioni cerebrali, possono essere monitorati.
  4. Recupero post-infortunio: è utilizzata per monitorare il recupero del paziente dopo infortuni o interventi chirurgici, soprattutto in caso di lesioni muscolari, ossee o legamentose.
  5. Performance sportiva: può essere impiegata per migliorare la postura e l’equilibrio degli atleti, migliorando così la loro performance e riducendo il rischio di infortuni.

In sintesi:

La stabilometria è una tecnica di analisi dell’equilibrio che fornisce informazioni dettagliate su come il corpo gestisce e mantiene la stabilità, attraverso la misurazione dei movimenti del centro di pressione. È utile in contesti clinici, fisioterapici e sportivi per diagnosticare, monitorare e migliorare il controllo posturale.

CALF – TUBOLARE POLPACCIO

  1. SQUAT JUMP : (Tecnobody D-Wall) ricerca della massima capacità di forza e di elasticità degli arti inferiori. Viene eseguito su una piattaforma stabilometrica con sensori di movimento e controllo dei ROM  che registrando il tempo di sospensione in aria dopo la spinta massima calcola il gradiente di forza attraverso gli algoritmi.

 

  1. TEST 6’ Treadmill (Tecnobody Walker View) : trdi ultima generazione con sensori di posizione e carico. Si esegue una camminata sostenuta per 6’ alla fine dei quali tra i molteplici dati, ci soffermiamo sui ROM delle ginocchia, oltre che alla stampa di altri dati (lunghezza passo e tempo contatto a terra).

La forza esplosiva è la capacità di generare una grande quantità di forza in un tempo molto breve. In ambito sportivo, si riferisce alla capacità di un muscolo o di un gruppo muscolare di produrre un rapido sviluppo di forza, necessario per attività che richiedono movimenti veloci e potenti come il salto, il sollevamento pesi, o sprint brevi.

In generale, la forza esplosiva si può definire come la combinazione di forza massimale (la forza massima che un muscolo può esercitare) e velocità (la rapidità con cui tale forza viene generata).

Come si valuta la forza esplosiva?

Esistono diversi modi per misurare la forza esplosiva, e questi metodi possono variare a seconda dell’attività e dell’attrezzatura a disposizione. Ecco alcuni approcci comuni:

  1. Test di salto verticale (Vertical Jump Test): un test molto utilizzato per valutare la forza esplosiva delle gambe. Si misura l’altezza del salto, che è un indicatore diretto della potenza delle gambe. Maggiore è l’altezza raggiunta, maggiore è la forza esplosiva.

Procedura: Il soggetto salta il più in alto possibile dopo un breve riscaldamento. Si misura la differenza tra l’altezza massima raggiunta e l’altezza iniziale della mano (dove il soggetto tocca una superficie prima di saltare).

  1. Test del salto in lungo senza rincorsa: questo test misura la distanza del salto in lungo senza rincorsa, che riflette anch’essa la capacità esplosiva delle gambe.
  2. Test di velocità sprint: la forza esplosiva è anche fondamentale per partire rapidamente durante uno sprint. Un test comune prevede misurazioni del tempo su distanze brevi (ad esempio 20 metri) da fermo o da una partenza reattiva.
  3. **Test con il Plyometric Testing: gli esercizi pliometrici (salti ripetuti, balzi su box, ecc.) sono utili per misurare la forza esplosiva in modo dinamico. L’analisi del tempo di volo o dell’altezza del salto durante questi esercizi può fornire un’indicazione della capacità esplosiva.
  4. Test di Potenza (Force Plates o Dynamometri): in laboratorio, è possibile utilizzare piattaforme di forza o dinamometri per misurare la potenza in tempo reale. Questi strumenti possono calcolare la forza e la velocità di un movimento, dando una misura diretta della potenza generata durante il movimento esplosivo.
  5. Fasi di sollevamento pesi (ad esempio, clean and jerk o snatch): la valutazione della potenza esplosiva può avvenire anche tramite esercizi come lo snatch o il clean and jerk (sollevamento olimpico). Questi esercizi richiedono rapidi sviluppi di forza e velocità per sollevare carichi pesanti.

In sintesi:

La forza esplosiva si valuta attraverso il monitoraggio di movimenti rapidi e potenti, e i test più comuni sono quelli che misurano la capacità di saltare (verticale o lungo), la velocità di sprint, o l’altezza raggiunta in salti ripetuti. Questi test, insieme a misurazioni dirette della potenza (forza e velocità), permettono di avere un quadro completo della forza esplosiva di una persona.

Quanto emerso ci permette di poter affermare quanto segue: 

    1. Quasi tutti i tester hanno confermato che, una volta indossato il calf,  l’adattabilità ed il fastidio in alcuni casi, era scomparso nella seconda serie di prove.
    2. Sempre riguardo alle sensazioni, la maggior parte dei tester afferma di avere meno pesantezza alle gambe alla fine della giornata ed un recupero più veloce dopo un training. Posso affermare che il ritorno venoso grazie alla spinta dinamica dei materiali favorisce questo processo microcircolatorio. Non abbiamo avuto modo di utilizzare strumenti tecnici di valutazione (Fotopletismografo). Questo strumento misura anche la variazione di volume venoso, ma si basa sulla luce. Viene applicato un sensore sulla pelle che invia una luce attraverso i tessuti. La quantità di luce riflessa varia in base alla quantità di sangue presente nei vasi, e quindi permette di monitorare il ritorno venoso.
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